Vi presentiamo ISIDE
Iside appartiene alla categoria delle grandi Dee Madri, le sue imprese e i suoi attributi fanno di Lei l'archetipo per eccellenza dell'anima compagna. La sua devozione ad Osiride fu tale che Lei potè salvarlo dalla morte per ben due volte, ricomponendone i pezzi e restituendogli la vita. Iside rappresenta la ricerca suprema dell'anima gemella, l'uso consapevole del potere femminile dell'amore e del misticismo
Fin dal principio Iside rivolse un occhio benevolo sul popolo della terra, insegnando alle donne a macinare il grano, a filare il lino, a tessere e ad addomesticare gli uomini a sufficienza per riuscire a vivere con loro. La stessa Dea viveva col proprio fratello Osiride. Una volta raggiunta l’età adulta, Iside andò in sposa al fratello Osiride. L’armonia che li circondava era tale che tutti ne rimanevano piacevolmente coinvolti.
I poteri di Iside associati a quelli di Osiride facevano sì che il cibo scaturisse a profusione dal ricco suolo egiziano e dal fertile Nilo. Tutti amavano Iside e Osiride – tutti tranne Set, il loro gelosissimo fratello. Per porre fine al loro dominio idilliaco, Set assassinò Osiride e ne depose il cadavere in una bara, intorno alla quale, col tempo, crebbe un grande albero. Quando la Dea, travolta dal dolore, riportò finalmente il cadavere di Osiride in Egitto per sepellirlo, Set non si diede per vinto e, animato dalla più feroce crudeltà, tagliò Osiride in quattordici pezzi che sparpagliò attraverso l’Egitto.
Senza perdersi d’animo, Iside si trasformò in uccello e percorse il Nilo in lungo e in largo, raccogliendo ogni frammento di Osiride. Nel collocare ciascun frammento l’uno accanto all’altro, servendosi della cera per unirli, Iside si accorse che mancava il fallo di Osiride; quindi, essa, ne plasmò uno nuovo usando l’oro e la cera. Successivamente, grazie ai suoi poteri magici, Iside fece rivivere Osiride per un breve lasso di tempo. Fu in tale occasione che inventò i riti di imbalsamazione per cui gli egizi sono ancora famosi e li eseguì sul corpo di Osiride, pronunciando delle formule magiche: il dio risorse vivo e la magia del loro amore le permise di concepire un figlio. Quel bambino, il dio Horus con la testa di falco, divenne forte e possente e la sua forza lo spinse a vendicarsi di Set per l’assassinio di Osiride.
ll Tempio di Iside di Benevento, oggi scomparso, era un santuario alla dea egizia fatto elevare, tra l’88 e l’89 d.c. dall'imperatore Domiziano che affidò i lavori a Lucilius Ruphus (o Ruphinus).
I reperti egizi rinvenuti a Benevento, relativi principalmente al tempio di Iside, rendono la città un unicum fuori dall'Egitto: è il luogo in Occidente che presenta la maggiore concentrazione di manufatti egizi originali, tenendo anche conto che la città è poco estesa e che il materiale proviene sostanzialmente dal solo Tempio di Iside. In Piazza Papiniano, ad esempio, si può ammirare l’obelisco di granito rosso che reca, sulle quattro facciate, iscrizioni inneggianti Iside e Domiziano.
Ma Iside a Benevento per via della sua magica natura, può essere considerata anche l'antenata delle “streghe”, leggenda che connota la città di Benevento. La statua del Toro Apis (all’inizio del Viale San Lorenzo), a lei dedicato, reca sul fianco la falce della Luna al cui chiarore volavano, secondo la leggenda, le streghe di Benevento. I reperti del Tempio di Iside sono conservati ed esposti nel Museo del Sannio
fonte: Wikipedia e ilcerchiodellaluna.it